Quella volta che per fare la prima fotografia in un campo di grano in provincia, feci scavalcare il guard rail alla sposa….e successivamente un cumulo di detriti…ma io ci credevo in quel cambiamento…e anche la sposa percepì la mia sicurezza nell’idea…accettò la proposta e nacque questa foto

Era il 1993, all’epoca si realizzavano i servizi solo in due location: il giardino accanto la chiesa San Nicola e a villa Genuardi, spazi più ampi e novità per quel periodo.
Avevo bisogno di altro, prima di realizzare il mio primo servizio fotografico, realizzavo esclusivamente film per matrimonio, si chiamava “il filmino”, dirigeva il fotografo, il cameraman era una figura quasi secondaria nelle indicazioni, cosicché mi ritrovavo sempre negli stessi posti, sempre a riprendere le stesse pose…non era terreno fertile per un ragazzino di 16 anni che pagava 120 mila lire al mese per pagarsi la sua prima telecamera semiprofessionale…avevo necessità di evadere da quelle restrizioni creative.
Comprata la prima Hasselbald, super accessoriata e che mi avrebbe visto inseguito dalle rate per alcuni anni, decisi di dare una svolta alle due rituali location…ah! Si andava pure ai templi, ma lì almeno c’era dentro un significato artistico-culturale e architettonico.
Iniziai a proporre alle mie coppie, da ragazzino di 20 anni che aveva appena aperto lo studio, location alternative, vedi il centro storico, vedi le antiche ville baronali, i campi fioriti, le distese di grano ( qualche collega più maturo si divertiva a dirmi “ ah , tu sei il nuovo fotografo che porta gli sposi nella ristuccia?” non li portavo nella ristuccia, le coppie le fotografavo in quella omogeneità che erano i campi di grano non ancora arati ).
Vogliamo parlare delle foto nelle stazioni ferroviarie, nei pressi di vecchi binari, nei campi di papaveri, nella gialla acetosella, fra gli alberi che filtravano magicamente la calda luce del sole siciliano.
Apriamo una parentesi, un fotografo avanguardista che m’ispirò, quando ancora mi dedicavo solo al video e non capivo ancora nulla di fotografia, fu Peppe Culmone. Una coppia scelse lui per le foto, me per il video. Vedevo quel cinquantenne di allora, immerso nella sua creatività, nella novità dello scatto spontaneo che mi faceva “allallare” guardando lui e quasi scordandomi della coppia. Penso fosse il 1991.
Per la cronaca, aprimmo lo studio nel maggio del 1990, iniziai a fotografare nel 1993, dopo aver appreso la teoria fotografica in un corso a Palermo che facevo in simultanea con la Facoltà di Architettura.
Proprio nel 1993, dedicai un mese alla fotografia..un intero mese di mostre, concorsi, proposte, novità. Affittammo un locale, ci costò 800 mila lire, sono certo della cifra perché per me fu una scommessa che partiva da quella cifra e si estendeva al costo dei mega poster che facemmo stampare per “fare bella figura” e lanciare un messaggio chiaro, “ che dite cambiamo ? “
Qui vi propongo alcuni sprazzi girati allora con la tecnologia e la bassa sensibilità delle telecamere degli anni ’90